Il Principe è un soprannome che non m'è mai piaciuto: coniato da Lucio Dalla, lo connota un po' come moderato, elegante e senza nerbo. Invece ha scritto - nella prima parte della sua carriera - dischi universalmente belli con cui sono cresciuto (due Lp e un Qdisc, per la precisione), e da giovane somigliava davvero un po' al Bufalo Bill della canzone dove Ivan Graziani suona la chitarra elettrica, non accreditato. Così lo voglio dunque Santissimificare: scarmigliato, barbuto, già precocemente stempiato, con una sciarpa quasi della Roma.
Francesco De Gregori, altro pezzo per la collezione del mio amico e aficionado Andrea Polidoro.
Perché poi Bufalo Bill tra la vita e la morte abbia scelto l'America se lo chiedeva senza darsi una gran risposta anche Andrea Pazienza: secondo me, se volete la mia, solo perché ci era nato.
Scopro finalmente una torta pronta dagli ultimi del fottuto 2018.
È un'icona punk ed è una delle donne più fotogeniche del mondo, ma per qualche arcano motivo non avevo ancora mai sviluppato la mia adorazione in un Santissimo. Finché il mio amico Alex Dusty (
Giuda,
Teenadelic Records,
Junkie Business) non mi ha chiesto una
Debbie Harry per Sabrina, a cui sembra sia piaciuta la nostra scelta di scantonare come sempre: primo piano decisamente già anni ottanta, conversione in arancio del celeberrimo biondo
Blondie, occhi verdi come gli originali ma di un verde più definitivo.
Anche qui sarebbero possibili - per decade - Santissimi su Santissimi su Santissimi dello stesso soggetto. Mentre ci pensavo ascoltavo il classico "Plastic letters". Se a qualcuno dovesse interessare, rendo noto che "Panic of girls", del 2011 e primo disco della reunion, mi è piaciuto un casino.
"Noi per nutrire l'amore
ci sfidiamo a duello,
sarà sempre così.
Ma amore, non esiste un nemico
più bello di te".
Questo secondo
Piero Ciampi duellante, giocato tutto sui verdi (e un immancabile ottanio), è per Matteo Favale, che ringrazio di cuore per la pazienza con cui mi ha atteso mentre scartabellavo gli archivi alla ricerca di una posa del nostro unico poeta-cantautore italiano che mi sembrasse Santissima.
Nel realizzarlo, ho riascoltato a manetta "Dentro e fuori", concludendo che è senza dubbio il più bello (forse perché l'ultimo) dei suoi dischi non postumi, mentre la sera cadeva come uno squalo tra due margherite.
Se la cosa dovesse contribuire a portare ancora un po' avanti questo squallido imbroglio tra la vita e la morte... allora ben venga.