[in alto: Simone Lucciola visto da se stesso, Ciro Fanelli, Alex Tirana, Hurricane Ivan]
[in basso: Simone Lucciola tout court]

giovedì 25 luglio 2019

Kerouac - Viaggio in Italia (la prima tappa) - Un giorno a Milano

Leggo i Millelire, quest'invenzione geniale di Marcello Baraghini, da - non scherzo - 29 anni: li compravo agli stand di Stampa Alternativa alle feste dell'Unità quando non ero ancora neanche adolescente, e il nostro paese era un altro pianeta. Se allora mi aveste detto che un giorno ne sarebbe uscito uno con un mio disegno in copertina, vi avrei invitati a non prendermi per il culo. Invece accade oggi, per questo strabiliante saggio del mio amico Alessandro Manca sulla prima tappa del famoso e famigerato viaggio in Italia di Jack Kerouac del 1966. Alessandro, by the way, è il più grande studioso, ricercatore e catalogatore onnivoro di materiali della beat generation che io abbia mai conosciuto, e vi assicuro che sono a mia volta monomaniaco dell'argomento. A lui dunque il mio Popeye-Ti Jean, a voi la scheda di STRADE BIANCHE, qui a seguire, con il link per il download gratuito del Millelire. Grazie di cuore, Marcello e Ale: stay tuned for more rock'n'roll!

«Fu interessante perché Jack era davvero ubriaco, e in alcuni momenti si distraeva, non sentiva, era annoiato. Pensava ad altro proprio perché si annoiava. Non gli fregava niente della televisione o del contesto, e di quanto fosse istituzionale o non istituzionale. Era se stesso al 100% e voleva solo tornare a dormire davanti al suo televisore e per lui lo schermo o la telecamera erano la stessa cosa. Era molto schietto su questo, non si faceva nessuno scrupolo a dire esattamente quello che pensava».
Allen Ginsberg a proposito di un'intervista televisiva di Kerouac, dal film documentario “What Happened to Kerouac”, di Richard Lerner e Lewis MacAdam, 1986.

Leggete, scaricate e condividete gratis il
MILLELIREPERSEMPRE
a cura di Alessandro Manca

KEROUAC – VIAGGIO IN ITALIA
UN GIORNO A MILANO

all'indirizzo

Buona lettura da
LE STRADE BIANCHE DI STAMPA ALTERNATIVA
Via Zuccarelli, 25 Pitigliano (GR)
stradebianchelibri@gmail.com



giovedì 11 luglio 2019

Bastimento carico di Santissimi - undicesima puntata: Iggy Pop, Patti Smith, Mick Jagger

Questo lo potremmo chiamare "Cartografia dell'Iguana", ed è per il mio amico Alberto Giannetti, che colleziona Santissimi originali laddove i soggetti prescelti esibiscono i segni e le cicatrici di un'oltrepassata mezza età. Il che è più unico che raro, trattandosi di una serie incentrata per lo più sui maledetti rockers e sulla loro vita sparaflashata.

Più che naturale, dunque, un sorriso compiaciuto del sopravvissuto dei sopravvissuti Iggy Pop, già rappresentato in era Stooges all'inizio di questo giochino (vedi riassunto delle puntate precedenti precedenti). E anche riutilizzare subito il blu, che ormai ce l'ho.

...C'era un tale Jim Pop, a Detroit, che sniffava colla e aveva perso tutti i peli del corpo, e... ma questa è un'altra storia!

"And a lust for life, and a lust for life
Keeps us alive, keeps us alive".


La produzione ha subito qualche rallentamento di quelli accidentali, ma non demorde: riparte da questa settimana, e procederà fino ad accontentare tutti! Il Santissimo di oggi è una Patti Smith della giungla, era 1977, su richiesta dell'amico Raff von Badas, che ringrazio di cuore per avermi dato modo di contrappuntare la versione "old" già realizzata di recente, e di ricordarmi che il verde è il mio colore preferito, in tutte le sue infinite tonalità.

The night (still) belongs to us.


Un altro colpo sparato per la produzione Santissima, con un Mick Jagger di fine Sixties per il mio amico e compatriota Francesco Crimi. Ovviamente, io so a memoria la formazione dei Rolling Stones; sono convinto che con Beatles, Velvet Underground e Stooges compongano una croce sacra alla base di tutta la musica rock successiva, punk compreso; ho i miei dischi preferiti, che sono Aftermath, Their Satanic Majesties Request, Beggars Banquet, Sticky Fingers, Let it bleed, Some girls, e un mio disco preferito preferito che è Exile on Main Street; sono per Brian Jones, che ho già ritratto; penso che "Jumpin' Jack Flash" sia uno dei singoli più bomba che siano stati mai stampati. E lo sto ascoltando, perdìo, a manetta in questo momento.

I was born in a crossfire hurricane, potete giurarci.