Buon compleanno a un'amica più che ventennale, invischiata nell'inossidabile e scocomerato circuito punk italiano da tanto quanto il sottoscritto poverello del Signore; se a Roma avete dei piercing o anda(va)te ai concerti e ai DJ set, la conoscete sicuramente anche voi: lei è Cristiana Vari alias Lady Crime , e il Santissimo che mi ha commissionato - per cui la ringrazio di cuore - è una rendition crestata della performer più pericolosa ed estrema del rock'n'roll, per quanto riguarda il mondo femminile... Wendy O. Williams dei Plasmatics!
Normalmente, Wendy Orlean si lanciava poco vestita da auto in procinto di esplodere, modificava chitarre con la motosega, lottava con gli alligatori, duettava con Lemmy dei Motörhead o faceva mille altre cose pazzissime, ma qui abbiamo voluto iconizzarla in un più morigerato e Santo primo piano su sfondo viola prismatico, strabello dal vivo e complicato da stendere, ma che come sempre il fottuto scanner mai e poi mai renderà.
Stay tuned for more rock'n'roll, anyway: to be continued soon on the very same channel!
Buon compleanno a Floriana da Alessandra Di Clemente e Giorgio Colavolpe, e naturalmente dal sottoscritto, che ringrazia di cuore tutta la triade amicale, con un Santissimo che è un po' il padre stesso dei Santissimi, e di tutta la pop art: un Andy Warhol(a) che non poteva mancare all'appello, anche se potremmo dire che questa è più che altro la santificazione della sua celebre parrucca platinata.
Abbastanza facile intuire come l'arte concettuale, sociale, antisociale, critica e insieme materica, multimediale e operaia di Warhol costituisca una lezione che cerco di tenere costantemente presente nel mio (modesto) smucinare iconico: qui ci provo ancora a mo' di omaggio, sperimentando un inusuale rosa che aprirà la pista a tutta una gamma di nuovi colori acrilici che mi sto procurando ultimamente, e che appariranno prossimamente su questi schermi.
A chi pensa a Warhol come al produttore dei Velvet Underground, o a un banale realizzatore di serigrafie, e di cose che possono fare tutti, consiglio spassionatamente di farsi un giro a una sua mostra: io l'ho fatto, e - non visto dal custode distratto - ho messo le mani sulle sue tele in modo rispettoso e feticista, infilando delicatamente le dita nei celebri fori di proiettile che ne hanno più customizzato che deturpato alcune.
Less is more, comunque, sarebbe senz'altro la prima conclusione logica: e via che, senza volerlo, mi sono perso nell'esatto contrario, per una pura casualità a me stesso ignota. Ragion per cui salgo in ginocchio sui ceci, che poi magnerò d'accompagnamento alla birra.
Secondo Led Zeppelin Santissimo, per trittico di marroni e sfondo verde come la sua celeberrima Ludwig, e lui è John Bonham, a tutti noto con il nome di battaglia di Bonzo: uno dei più grandi batteristi di tutti i tempi e un'icona di stile degli anni Settanta per il mio amico To Nino, che è a sua volta un drummer e che ben rappresenta il Rione Castellone a Formia, dove pure il sottoscritto è nato e cresciuto, e di cui la notte - da quando è scoppiato 'sto casino - condividiamo al telefono storie che risalgono a trent'anni fa, e che pochi ma buoni ricordano.
Grazie, Tonino: "And if you listen very hard
The tune will come to you at last
When all is one and one is all, that's what it is
To be a rock and not to roll, oh yeah!".
P.S. Per controbilanciare, resto in attesa che qualcuno mi chieda l'altrettanto funambolico e folle Moonie.
Jello Biafra for President: e prima o poi ci riesce. Con un bello sfondo verde dollaro, uno dei Santissimi che avrei sempre voluto fare e che nessuno, prima dell'amico Vincenzo Montemurro - che ringrazio di cuore per la sua pazienza - aveva avuto il buon gusto di chiedere. Poteva mai mancare, in una serie fatta da un punk e piena di punk per i punk, il situazionista punk per antonomasia? Che vi abbia fatto godere o incazzare, o ambedue, Jello Biafra rimane innanzitutto la voce inconfondibile e inimitabile (nonostante miliardi di tentativi in questo senso) di quei Dead Kennedys che hanno scandito le peggio storte della mia, della nostra e probabilmente anche della vostra adolescenza, forti del nome più fico di tutti i tempi e di un suono assurdo a cavallo tra il surf californiano, l'hardcore e qualunque altra cosa pazzissima gli passasse per la testa in quel momento. Nel ricordo dell'unica volta che l'ho visto in azione sul suo repertorio classico, accompagnato dai Bloody Riot in quel del Forte Prenestino vent'anni fa, sgancio questo tributo corredato dai suoi sempre attuali e imprescindibili versi:
"Problem is, few care
About the people in despair
If you help no one
You're guilty in the Hellnation
It's the only world we've got
Let's protect it while we can…".
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