[in alto: Simone Lucciola visto da se stesso, Ciro Fanelli, Alex Tirana, Hurricane Ivan]
[in basso: Simone Lucciola tout court]

venerdì 25 settembre 2020

Bastimento carico di Santissimi - tredicesima puntata: Rozz Williams, Tomata du Plenty, Peter Murphy, Tom Waits

Il più nero dei Santissimi è per la collezione dark di Fabio Petrungaro - che ringrazio di cuore - ed è l'icona stessa del death rock, nonché il modello ispiratore dell'immaginario e del look genericamente indicato come gothic: Rozz Williams. Volevo farlo da un bel pezzo, e in questa serie non poteva e non doveva mancare.
Poeta, performer, cantante dark-punk con i Christian Death e gli Shadow Project, antesignano rumorista con i Premature Ejaculation e agitatore di un numero sconsiderato di progetti musicali collaterali e più o meno bowiani, ebbe una vita breve ed incasinata che si concluse con un suicidio. Oggi sembra abbastanza dimenticato, o quantomeno non abbastanza ricordato.

Due capolavori assoluti con i Christian Death: "Only theatre of pain" e "Catastrophe ballet", che ho riascoltato a randa mentre spianavo i colori e pennarellavo cupamente.

"I sit and hold hands with myself
I sit and make love to myself
I've got blood on my hands
I've got blood on your hands
Blood on your hands
Blood".


Riaperta la produzione, aggiorniamo l'albo d'oro con una scansione propria del Santissimo eseguito per il mio amico Alberto Giannetti, che ringrazio di cuore per la sua fede ultrà: sempre sul pezzo con il punk californiano, un David Xavier Harrigan aka Tomata du Plenty, in camicia rossissima e con i capelli sparatissimi, come l'urlatore del logo dei suoi seminali ed indimenticati Screamers.

Il set hollywoodiano della Mira Lanza, a ben guardare, ammanca ancora di svariate figurine, ed io tutte le farei.


As I promised, riprende la serie Santissima, e riprende anche la collezione gothic/death rock per le pareti dell'amico Fabio Petrungaro, giunta qui al pezzo numero due. L'immagine è famosissima e il soggetto è il Principe delle Tenebre in persona, Sua Maestà Peter Murphy, in quell'epoca a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta in cui è stato il frontman della più grande band di genere mai esistita al mondo: i Bauhaus. Il mio parere non è sindacabile, come non lo è il physique du rôle del Bowie oscuro from Germany, né il fatto che il sunnominato ensemble - assieme ai Christian Death - rappresenti l'anello di congiunzione tra il punk e questo particolare e specifico versante della new wave, che non chiameremo "dark" per pudore.

"The bats have left the bell tower
The victims have been bled
Red velvet lines the black box
Bela Lugosi's dead
Bela Lugosi's dead
Undead, undead, undead".


Certuni si imbriacano e poi danno la colpa al pianoforte: è il caso del roscio Tom Waits, che con la sua faccia da Dylan Thomas diventa il terzo Santissimo consecutivo su sfondo grigio (ci preso gusto? Devo finire il tubo?), a gentile richiesta del mio amico Andrea Lopolittle, che ringrazio di cuore. Durante la realizzazione ho ascoltato per tutto il tempo "Rain dogs" e "Small change", e li ho amati. Dovevo santificarlo prima, he deserved it.