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[in basso: Simone Lucciola tout court]

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giovedì 10 dicembre 2020

Bastimento carico di Santissimi - quattordicesima puntata: Dean Martin, Lux & Ivy, Layne Staley

"When the world seems to shine like you've had too much wine...".

Dino Crocetti da Montesilvano alias Dean Martin, crooner. No, non è una puntata dei Soprano né (solo) un tributo all'Abruzzo: è ancora la collezione privata del mio amico Francesco Atripaldi, a cui va un Grazie particolare perché coi Santissimi ci sta praticamente tappezzando casa. Ma andrebbe detto anche che nel 1998 Gioventù Bruciata avrebbe dovuto incidere un secondo demotape punk '77, simile al primo che iniziava con "Singin' in the rain", e che io stavolta avrei voluto aprire il nastro con l'intro di "That's amore". Me la bocciarono ma mi rifaccio adesso.

Se oggi mi trovassi nella medesima situazione, comunque, opterei per "Innamorata".

Del Dean Martin in coppia con Jerry Lewis so poco e niente.


Santissimo della notte: potremmo dire che sono i Purkhisers, se fossimo in una sitcom; oppure potremmo dire che sono Lux & Ivy; oppure che sono stati i Cramps. O ancora, che sono il primo Santissimo doppio, o Santissimo bifronte, della serie. La Santa produzione ha messo l'assist in rete per l'amica Elisa Orsi, che ringraziamo di cuore per la pazienza infinita con cui ha atteso mesi perché l'eccezione alla regola fosse valutata come fattibile e dunque liquidata. Si poteva fare perché i due sono stati effettivamente un tuttuno, in quanto simbolo sessuale, innamorato, monomaniaco e perverso del Rock'N'Roll, e prosecuzione malvagia degli anni '50 di Link Wray. Per dirla alla Marco Funaro, per lo sfondo era d'obbligo il verde mostro.

Dei Cramps come band che veni vidi vici anche live, molto potrei raccontare e molto ho raccontato: a fumetti, per iscritto, nella precedente produzione Santa. Tiro fuori il vinile di "...Off the bone", la cui copertina è da meglio rivedere con occhiali 3D dei tempi in cui il cinema era volendo anche in Odorama, e già che ci sono ricordo con nostalgia una maglia bianca e nera trucidissima del suddetto combo, che ho sfoggiato per tutti gli anni '90 fino a consunzione.

"Come on baby the Cramp stomp
Bigger blast than the atom bomb!".


"And we die young
Faster we run".

Tuffo negli anni Novanta della mia adolescenza, secondo sfondo verde brillante e secondo Layne Staley degli Alice In Chains della vostra serie preferita: fratello gemello di quello realizzato un anno fa, e figlio della medesima fotosession dei tempi di "Dirt", ma con l'aggiunta dei suoi caratteristici occhiali da mosca, che notoriamente non toglieva mai (e per cui, nelle parole di Eddie Vedder, "non sapevi assolutamente che cosa facessero i suoi occhi").

Regalo di Eleonora Calvino per Davide Giorni, e io non posso che ringraziare entrambi per aver pensato a me. Ditelo con un Santissimo: meglio ancora se è stato un gran cantante e un brillante songwriter dal triste, ma iconico destino.

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