[in alto: Simone Lucciola visto da se stesso, Ciro Fanelli, Alex Tirana, Hurricane Ivan]
[in basso: Simone Lucciola tout court]

lunedì 8 ottobre 2018

Bastimento carico di Santissimi - quarta puntata: Pasolini, JLP 2, De André

"Pasolini è vivo e ti verrà a cercare!". (cit. Gli Ultimi)

Su richiesta di un'ottima Vittoria Cavallaro, amica e lettrice Lamette Comics della prima ora, il poeta che avevamo e che l'assetto democratico di questo paese ha fatto ammazzare. Il cinico Lucciola spesso lo legge e si commuove (alcuni suoi passaggi hanno questo potere), ma quello che va bene per l'Italia di oggi è un epigramma:

ALLA MIA NAZIONE

Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
ma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.

(Pier Paolo Pasolini, La religione del mio tempo, 1961)


The Blue Jeffrey: terzo Jeffrey Lee Pierce della Serie Santissima, per un misterioso committente del gentil sesso ubicato dall'altra parte del globo terracqueo. E con questa Mr. JLP si aggiudica il primo posto in classifica per quanto riguarda i più gettonati: ma la coda è lunga come la strada per l'Inferno, dunque rimanete nei paraggi dell'Altoforno di Efesto, anche se fa caldo.

"Bill Bailey, won't you come on home tonight?".


"Quello che non ho è di fregarti a carte"?

Il santissimo di De André se lo aggiudica Mirko Perrone per i buoni trentanove anni che ci conosciamo, e siccome né a me né a lui va di vederlo banalmente in rosso e nero, lo dipingo verde speranza.

Potrei redigere qui lunghi pipponi d'accompagnamento, ma bastano poche righe: De André riguarda la mia infanzia, lo ascoltavano i miei genitori e ricordo nitidamente di essere entrato con loro in un negozio di dischi e di esserne uscito con l'album noto come "l'indiano". Era fuori da pochissimo e rievocava il rapimento del bravo canzonettista e di Dori Ghezzi, avvenuto in Sardegna nel 1979, e strani e improbabili paralleli tra l'isola e il Far West.

È tuttora nel mio cuore.

Se poi De André fosse un poeta o meno, fatevelo dire da Marco QUI:

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