Qualche tavola dalla versione dei "Racconti fantastici" di Iginio Ugo Tarchetti illustrata dal sottoscritto che esce ora per STRADE BIANCHE di Stampa Alternativa di Marcello Baraghini, con prefazione speciale di Alda Teodorani, per la nuovissima collana Biblioblò. Ma prima, la scintillante grafica di copertina di Claudio Scaia costruita sul mio ritratto dello Scapigliato Tarchetti e del suo leggendario topo da compagnia: quando l'ho vista mi sono emozionato, come a noi pirati non capita quasi mai.
Iginio Ugo Tarchetti, Memento
"Quando bacio il tuo labbro profumato,
Cara fanciulla, non posso obbliare
Che un bianco teschio vi è sotto celato.
Quando a me stringo il tuo corpo vezzoso,
Obbliar non poss'io, cara fanciulla,
Che vi è sotto uno scheletro nascoso.
E nell'orrenda visione assorto,
Dovunque o tocchi, o baci, o la man posi,
Sento sporger le fredda ossa di un morto."
Una poesia del nostro destinata ad apparire postuma in "Disjecta" (Zanichelli, 1879), la cui fantasia macabra ricorre anche in uno dei "Racconti fantastici", e segnatamente nel gotico "Le leggende del castello nero".
Provo a dargli forma e sostanza morbosa in una delle illustrazioni interne.
"Nel 1854 un avvenimento prodigioso riempì di terrore e di meraviglia tutta la semplice popolazione d’un piccolo villaggio della Calabria."
Questo l'incipit di "Uno spirito in un lampone", l'ultimo dei "Racconti fantastici" di Iginio Ugo Tarchetti in ordine di apparizione. Non vi spoilero la storia, ma solo l'illustrazione di accompagnamento che ne ho tratto.